FEMMES EXTRÊMES
Prefazione di Roger Corona
Questi ritratti di personaggi dell’hardcore, vogliono essere l’incontro tra due mondi: il mondo soft della bellezza, della moda, del nudo artistico e quello hard della pornografia, del sesso esplicito, dello scandalo.
Tutto a avuto inizio con casualità, come spesso avviene nella vita. Un amico, il direttore della rivista Video, Carlo Rocco, mi aveva invitato ad accompagnarlo a Rimini dove si svolgeva la mostra mercato di home video.
Vinsi la mia pigrizia, anche sollecitato da Carlo, e lo accompagnai. Era il 1992.
Visitammo, inoltre la sezione riservata al mondo dell’hardcore dove conobbi Max Bellocchio, all’epoca fidanzato con Linn Le May.
Rocco butto lì: “tu sei specializzato in beauty, perché non fotografi le star dell’hardcore come fai con le modelle?”. L’idea mi piacque subito, non certo per curiosità pruriginosa, ma perché era intrigante.
Il primo set lo organizzammo nel mio studio, con Bellocchio e Linn accompagnati da Michele Capozzi, un personaggio straordinario, simpaticissimo, avvocato, si definisce “pornologo” ed “esploratore urbano”. Vive a New York su una barca.
Comunque, in quella prima esperienza mi comportai come se avessi dovuto produrre un servizio per una delle riviste femminili con le quali collaboro.
Naturalmente alcune immagini erano più forti, altre direi, decorose e quindi perché non continuare alla ricerca delle Femmes de l’extreme?
Terminato il lavoro, dopo circa un anno e mezzo, da un’idea editoriale di Daniel Filipacchi, la casa editrice Hachette, pubblicava un supplemento della rivista Video7.
Il direttore, Eric Vincent, scelse le immagini più cariche e un po’ sporcaccione di Femmes Extremes.
Furono vendute 32 mila copie.
Durante la seance ho cercato di inquadrare l’ambiente alla ricerca dell’impianto grafico, della forma, dimenticando a volte persino il soggetto.
Le donne che ho ripreso sono pornodive, ma si è verificato uno spostamento di concetto, difficile da far capire.
Non recitavano la loro parte, anzi tutte hanno compreso che si trattava di posare davanti all’obiettivo con intenti completamente diversi.
Roger Corona
Milano, Settembre 1994