PORNODIVA E DONNA
L’Espresso
di Stefano Pistolini
Un grande fotografo di beauty, Roger Corona. E un esercito di star a luci rosse.
Per la prima volta ritratte, da Mosca a Las Vegas, come top model.
Risultato: un libro e una mostra con sessanta immagini d’autore.
Problema: Come è possibile fotografare delle famose pornostar restituendo loro la dignità di una bellezza una volta tanto mostrata e non mercificata?
Il quesito se l’è posto Roger Corona, fotografo, nato a Marsiglia da genitori italiani, tra i più affermati maghi dell’obiettivo (collabora con le principali testate europee).
“Tutto è cominciato quasi per gioco”, racconta Corona: “In occasione di un festival, venni invitato a cimentarmi con un set particolare: la mia macchina fotografica e una pornostar al posto della solita modella. L’esperienza fù talmente nuova e stimolante, che da quel momento ho coltivato l’idea di fotografare in giro per il mondo le più belle dive del cosiddetto filone sexy. Ci sono riuscito, anche se alla fine il progetto mi è costato un anno e mezzo di lavoro”.
Con il suo studio mobile, Corona ha viaggiato da Los Angeles a Las Vegas, da Parigi fino a Budapest e Mosca, sulle tracce delle nuove vedettes dell’hard.
“Man mano che andavamo avanti, il fatto di avere una pornostar davanti all’obiettivo mi è sembrato più naturale. Sono diventate le mie modelle preferite.
Confesso che ero pure preoccupato: lavorando con numerose testate femminili, famose quanto bacchettone, temevo che questa mia svolta inattesa avrebbe potuto rovinarmi la carriera. La parola porno fa ancora paura a tanta gente…”.
Corona è molto fiero della sua creatura: un libro fotografico intitolato “Femmes Extremes” e pubblicato dalle edizioni AuriTempore. Il volume contiene sessanta immagini, appena sei a colori, tutte le altre in bianco e nero, ed è stampato in tricromia, per esaltare la ricchezza di sfumature. “Ci sono tutte le protagoniste del porno contemporaneo” spiega l’autore, “e mi sento orgoglioso del risultato perché sono consapevole di averle ritratte mantenendo il loro magnetismo, ma anche rispettando la loro femminilità”.
Irving Penn è l’ispiratore di Corona, “per la pulizia, per la chiarezza dell’immagine”.
Il fotografo tiene a precisare di aver bandito da “Femmes Extremes” qualsiasi volgarità o audacia. “Del resto”, dice, “ho subito scoperto che ciascuna pornodiva che mi trovavo a fotografare aveva una gran voglia di evadere dal suo ruolo, dal clichè della diva a luci rosse disposta a tutto davanti all’obiettivo”.
Anche se all’inizio, ricorda Corona, non è stato facile spiegare alle ragazze abituate come sono a sentirsi chiedere sempre certe pose e certe esibizioni – che lui, invece, cercava proprio l’opposto: voleva dare forma artistica all’immagine del loro corpo, mostrarlo come mai era accaduto in passato. Tra le tante modelle d’eccezione, una gli è rimasta nel cuore: Milly D’Abbraccio. “E’ un vulcano”, ricorda Corona, ” è creativa, impetuosa, domina il set e ne riempie l’atmosfera”. Di Linn Le May, la californiana ex compagna di Max Bellocchio (lo Spielberg dell’hard italiano), e la prima pornostar contattata, Corona ricorda: “Ero intimidito e lei era perplessa da quello che le chiedevo. Ma alla fine mi ha assecondato, si è trasformata in modella e io ho fatto le mie foto. E’ una ragazza dotata di una straordinaria dolcezza”. I ritratti di Corona sono presentati da Giuliana Scimè e riletti da due donne con trascorsi militanti: Benedetta Barzini e Renata Prevost. Non solo: in questi giorni le “Femmes Extremes” di Corona si possono ammirare alla galleria Eos di Milano.
Intanto il fotografo sta mettendo a punto il suo nuovo progetto: i prossimi scatti metteranno a nudo il mondo degli spogliarellisti.
Insomma, anche per i fusti senza veli si avvicina il riscatto in chiaroscuro.
Roma, Settembre 1993