Dettagli

Dettagli – prefazione di Roger Corona

Il progetto Dettagli si sviluppa con un filo conduttore comune: la ricerca e l’approfondimento del particolare. In una società pervasa dalla distrazione, dalla superficialità e dalla “fretta”, mi è sembrato interessante e singolare (per certi versi anticonformista) svolgere un’azione di close-up per focalizzare l’attenzione non sul “tutto”, ma su ciò che normalmente (per distrazione? superficialità? fretta?) non viene osservato.

Ho realizzato con queste intenzioni anche un servizio redazionale per “Harper’s Bazaar Italia” dove erano protagonisti i profumi. Ho voluto così dimostrare a me stesso innanzitutto – ma spero non solo a me stesso – la possibilità di applicare la fotografia d’arte a esigenze commerciali. Una possibilità che, a torto, raramente viene presa in considerazione e sfruttata.

Roger Corona

Milano, ottobre 1996

DETTAGLI – a cura di Giuliana Scimé

Il corpo umano è un atlante completo delle forme elementari, ogni e qualsiasi forma riconducibile a un pattern geometrico è racchiusa nel corpo: curve, sfere, linee verticali e orizzontali, oblique, quadrati e tronchi di cono, cilindri…

Roger Corona ha compreso che è nell’equilibrio tra impudicizia e pudore che nasconde e, nel contempo, svela.

Le forme sono suggerite e, come in un puzzle, ogni tessera crea sorpresa e stimola la curiosità di conoscere il disegno finale. Ogni sua fotografia, però, è già un “disegno” compiuto ed è con il gioco della fantasia che i frammenti assumono valori di narrazione esaustiva.

Corona si esprime con gusto raffinato e colto, nemmeno la più vaga delle volgarità inquina la sua ricerca.

E persino le immagini che si possono considerare forti e trasgressive, grazie al rigore dell’impianto compositivo e alla qualità di una fotografia perfetta si ammirano per l’armonia estetica.

La sua analisi del corpo è condotta con la coscienza dello studio delle forme per indagare misteri legati al rapporto fra aspetto esteriore e interiorità.

Per quanto si osservino e si analizzino le sue immagini non si riesce mai a trovare alcun inequivocabile riferimento con l’enorme produzione di fotografie sul corpo; semmai in alcune immagini che si impongono per la plasticità, creata dalla sapienza nell’uso della luce e nella scelta dell’inquadratura, affiora il ricordo della scultura classica: la superba bianchezza del marmo, accarezzato dalla luce naturale, che rende la sensazione delle morbide linee del corpo.

In altre immagini Corona sfrutta l’impareggiabile qualità dei neri profondi. Le forme emergono dall’oscurità con passaggi tonali appena percettibili. Una virtù rara, in fotografia, quella di riuscire a trattare con successo di ammaliante attrazione il nero, e non il bianco e i grigi.

Tutto è netto e preciso, non vi è dispersione in dettagli inutili né in svianti trucchi visuali.

A volte l’elezione del dettaglio è bizzarra e anticonformista. Segno di una grande capacità inventiva che, per noi osservatori, è una possibilità in più di comprendere che il corpo è l’inesauribile sorgente di avventure nell’universo della forma.

Affascinanti sono, inoltre, certe sue immagini che trattano il corpo quale astrazione: le forme, dettagli estrapolati e isolati dal complesso dell’umana figura, sono di difficile riconoscimento, o perlomeno richiedono studiata attenzione e obbligano alla riflessione su ciò che diamo per scontato e ben noto.

Giuliana Scimé

Milano, ottobre 1996